Quella del Coronavirus è sicuramente una delle emergenze più importanti che il nostro Paese si è trovato ad affrontare dal dopoguerra: un’emergenza partita dalla sfera sanitaria che, inevitabilmente, ha avuto una portata considerevole anche sulla sfera economica e sociale, e che non ha risparmiato nemmeno il sistema dell’informazione.
Quale dimensione ha raggiunto oggi la copertura informativa del Covid-19? Come è cresciuta nel corso delle ultime settimane? Quali i momenti di svolta? Cosa differenzia l’informazione italiana da quella prodotta negli altri Paesi europei? In quali paesi l’informazione ha colto l’emergenza prima che altrove? In quali invece l’ha sottovalutata?
E, ancora, quanta attenzione e reazioni ha suscitato nei lettori questo tema? Da che momento la percezione dell’emergenza è diventata diffusa?
A rispondere a queste domande, esaminando e misurando le dimensioni raggiunte dalla copertura informativa sul Covid-19 in Europa, è il rapporto Euromood Infoweb-Covid19, un’indagine basata sui post Facebook di 257 testate di informazione online di 27 Paesi europei (più la Gran Bretagna) dal 1 gennaio al 14 marzo.
Attraverso piattaforme di data intelligence il prof. Edoardo Novelli – ordinario di Sociologia dei media del Dipartimento di Filosofia Comunicazione e Spettacolo - insieme a Link identifier #identifier__34475-1Kapuson ed Link identifier #identifier__41980-2Extreme, sulla base dei dati di Euromood (progetto di Big Data che che da più di 2 anni monitora 289 pagine Facebook di altrettante testate di informazione presenti nei 27 Paesi europei e nel Regno Unito), hanno realizzato un report che attraverso l'analisi delle cifre ha fornito diversi spunti sulla diffusione e la copertura informativa dell'emergenza.
Dal 1 gennaio al 14 marzo sono stati analizzati quasi mezzo milione di post, di cui oltre 44mila riconducibili al Covid19 e che a loro volta hanno generato oltre 15 milioni di interazioni.
Al 14 marzo il Coronavirus aveva coperto oltre il 40% dell’informazione europea e un’interazione su due del pubblico riguardava un post relativo al Covid-19. L’Italia, già primo Paese europeo per numero di casi, si conferma anche a livello informativo quello con la massima copertura registrata, con il covid-19 che occupa il 63% sul totale delle notizie prodotte e cattura quasi 7 interazioni su 10 da parte del pubblico.
Numeri importanti se confrontati con quelli fatti registrare (sullo stesso panel di ricerca) da eventi primari come le ultime elezioni europee del 6 maggio e Sanremo 2020, che hanno raggiunto coperture tra il 20 e il 27%; numeri che, guardando i trend della ricerca, sono esplosi dopo i fatti di Codogno e che hanno avviato una tendenza in crescendo che ha trainato l’attenzione degli altri Paesi europei. Questa attenzione infatti, Italia compresa, era molto bassa sul tema durante buona parte di febbraio, sintomo che l’informazione europea stava sottovalutando quello che sarebbe potuto accadere a pochi giorni di distanza.
“L’andamento dell’informazione ha seguito i criteri di notiziabilità. L’attenzione prestata al Covid-19 in Italia è nettamente più alta che in tutti gli altri paesi. La classifica dell’attenzione dell’informazione online al tema nei diversi paesi mostra che non vi è una diretta correlazione con la diffusione del contagio. La copertura del Covid-19 in paesi oggi duramente investiti dal contagio quali la Germania e l’Austria è clamorosamente bassa.
Un po’ più alta, ma sempre contenuta rispetto all’ entità assunta dal contagio, risulta in Inghilterra e Spagna. All’opposto, paesi meno colpiti e più attenti al fenomeno sono stati la Repubblica Ceca, Malta e l’Ungheria. Sino all’8 Marzo la copertura in Spagna e in Germania è a valori minimi. Mentre però in Spagna è l’inizio di un trend in rapida crescita, in Germania i valori restano fra i più bassi anche nei giorni successivi".
Edoardo Novelli, Università Roma Tre
"I social big data in momenti come questo disegnano dei trend formidabili sul contagio della paura cui i media contribuiscono in modo decisivo. L’intelligenza artificiale applicata all’analisi dell’informazione on line si può rivelare un decisivo strumento di analisi e monitoraggio del contagio della paura e di come questa si contestualizzi all’interno di una dinamica di comunicazione in cui i vari paesi europei hanno agito in ordine sparso.
Non è l’Italia ad aver spaventato gli altri Paesi ma tutti hanno atteso di essere colpiti in modo diretto prima di mobilitarsi. Anche i mezzi d’informazione. E questo deve far molto riflettere sull’occasione mancata per i media mondiali di essere d’aiuto all’esplosione della pandemia".
Ugo Esposito, Kapuson
Link identifier #identifier__61091-3Comunicato stampa
Link identifier #identifier__22877-4Report completo
Link identifier #identifier__136104-5Secondo Rapporto - 27 marzo 2020
INFOWEB-COVID-19. La copertura informativa dell'emergenza
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